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Birra in casa? È possibile
Per buoni italiani abbiamo forse più dimestichezza e affinità col vino che con la birra , sempre i cultori della bevanda bionda non mancano, nemmeno nel Bel Paese e l’idea di produrla da soli spesso intriga molti di noi.
Non è facile arrivare a una situazione di uno spumante col metodo champenoise ; il segreto è la passione, l’occorrente è lo spazio in cantina o in garage, impegno in termini di tempo e attenzione da dedicare alla produzione.
Inulte ricordare che una buona birra dipende al 99% dalla qualità dei componenti, in mancanza dei quali nemmeno Josef Groll potrebbe prepararne una decente.
Il gusto e la gradazione sono occupati dalla qualità del luppolo e dal malto d’orzo .
Produrre birra in casa a scopo di consumo è già esistente dal 1995, non è possibile venderla ma occorrente si trova bene in commercio. Su Internet sono disponibili kit già pronti per l’uso, che è già stato fatto, è possibile acquistare separatamente i vari componenti e scegliere la qualità desiderata.
Inoltre, è possibile coltivare il prodotto a casa propria, come un ea zero zero.
È la preparazione del malto d’orzo è possibile ottenere in casa, o meglio se comprato l’orzo già maltato (la cariosside che ha subito la germinazione) può essere rifinito in garage con l’ausilio di un piccolo mulino, magari ricavato dal riciclaggio di vecchi motorini. Il malto d’orzo non va macinato (o frullato, ridotto in farina), ma semplicemente rotto, appena schiacciato. span>
Le fasi della birrificazione
Per tutti i più diversi aspetti relativi alla preparazione della birra, potete dividerli in 5 passi fondamentali:
– Preparazione del mosto o mash (ammostamento)
Durante questa fase si scompongono gli amidi che si degradano in zuccheri, che si convertono in un malto.
Una seconda della ricetta è una temperatura superiore ai 50 °, nella quale si vivono poi versati i componenti solidi. Da tenere presente che l’aggiunta del cereale farà scendere la temperatura dell’acqua in media (dipende dalla stagione) di 3/4 gradi sicché, se la ricetta prevede una temperatura dell’acqua di 52 °, bisogna raggiungere i 56 ° per poi vederla calare a 52 ° dopo l’aggiunta del malto.
Sempre in base alla ricetta va incrementa gradatamente la temperatura del composto fino a raggiungere i 78 °, mantenendola tale per 10 minuti; in questa fase l’ammostamento si interrompe (mash out).
– Filtrazione del mosto e sparging
Una volta interrotta la prima volta il composto è una volta filtrato, contiene ancora sostanze da estrarre, lo sparge.
Per poter ricavare ulteriori ingredienti dal malto, lo sparge va ribollito con ulteriori conoscenze ad una temperatura che non superi i 78/80 °, in quanto gradazioni termiche superiori Amaro.
Lo sparging può essere ripetuto più volte, fino a quando la densità del filtrato si mantiene intorno a 1,010 p / v.
In seguito alla filtrazione del composto, si otterrà un liquido finalmente limpido e molto dolce.
A questo punto va aggiunto il / i luppolo / i (se la ricetta lo prevede anche altri), che andrà ad amaricare il composto.
Questo è il momento in cui la birra si assume il proprio sapore, che dipende dalla / qualità di luppolo previsto, spesso ne viene miscelata diversa qualità.
Gli acidi alfa vengono rilasciati proporzionalmente al tempo di infusione, in base ad un principio aggiunto alla bollitura conferisce il sapore finale alla birra, mentre gli ultimi una raffinata bollitura, rilasciano semplicemente gli aromi.
– La bollitura del mosto
Il composto così ottenuto va bollito (100 °) per 60/90 minuti, l’evaporazione di parte del liquido determina la densità della birra finale.
Questa si misura in OG (Gravità originale) che per convenzione si compone nella densità moltiplicata per 1.000. Allo stesso modo è il finale finale della birra FG (Gravity finale); formula:
OG – FG: 7,5.
Dopo la bollitura il prodotto risulterà ovviamente sterile, una volta raffreddato a circa 30 ° deve essere travasato all’interno di un altro contenitore, detto fermentatore.
Qui vanno aggiunti i lieviti derivati funghi della famiglia dei Saccharomyces, fattori di partecipazione del gusto e della partecipazione conferita alla birra finale.
In questi ultimi tempi, anche se fondamentalmente si dividono in:
– lieviti ad alta fermentazione (Saccharomyces Cerevisiae), che agiscono una temperatura tra i 13 ° ei 22 °, conferiscono un alto potere schiumogeno e un gusto fruttato;
– lieviti a bassa fermentazione (Saccharomyces uvarum), che agiscono a temperature più basse (4 ° -15 °) non conferiscono particolari retrogusti, il sapore esaurito e limitano le schiumosità della birra finale.
In alternativa si può usare un lievito disidratato, che va preparato con l’aggiunta di acqua o aggiungere uno starter.
– La fermentazione
La Preparazione di un punto this è finita, Rimane altro non da Che fare lasciare il fermentatore in un angolo disabitato per via degli odori forti e Buio (garage o cantina) e Aspettare I Tempi della fermentazione.
La fermentazione primaria avviene durante la prima settimana, in questo periodo il gorgogliatore ribolle parecchio e gli odori che si scatenano sono molto marcati.
Dopo 7 giorni in seguito alla fermentazione, si depositano sul fondo del contenitore di sedimenti che consistono nei lieviti esauriti.
Il travaso è in un altro contenitore, per evitare che le sostanze si depositino in un sapore di birra.
Durante gli ultimi giorni della fermentazione va controllata la densità, che va aumentando; quando si sarà stabilizzata (solo allora) significa che la fermentazione è ormai chiusa e si potrà passare alla fase successiva.
– L’imbottigliamento
Al mosto fermentato va aggiunta una piccola quantità di zucchero (4-8 gr / l), prima di procedere all’imbottigliamento.
Le bottiglie vanno tenute per circa due settimane ad una temperatura di 20 ° -22 °, se si pretende una maturazione perfetta, altre due settimane ad una temperatura inferiore (16 °) sono indispensabili.
A questo punto la birra è pronta.
Per i neofiti esistono dei prodotti già pronti all’uso , anche acquistabili online, come quelli di Agristorecosenza , con i quali è consigliabile iniziare un cimentarsi. Sono contraddistinti dalla sigla E (Estratti di malto).
Una volta assunta una certa manualità si può passare ai kit che sono una preparazione più avanzata, sono gli E + G (Estratto + Grani).
Per gli esperti poi ci sono i kit Ag (All Grain), con le quali si tratta esclusivamente delle materie prime. In questa fase si possono sperimentare le diverse ricette o adattarne una personale.
La birrificazione domestica è un hobby che può garantire molte soddisfazioni e si può esercitare con pochi soldi (i kit costano dai 100 ai 200 €).
Qualunque sia la qualità del prodotto, è conservato e forse è più saggio di tanti altri articoli industriali.
Detto questo, prosit e non dimenticate di berne con moderazione.