Venerdì c’è stato il debutto agli
Europei contro la
Turchia per
l’Italia. Pre partita ci sono stati gli
allenamenti a
Coverciano ed il trasferimento dei giocatori a
Roma è avvenuto su un treno che portava i colori della
Nazionale.
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Sicuramente il pre
Europeo ha portato i
giocatori ad essere
carichi e pronti a
sconfiggere gli
avversari ma l’entusiasmo va utilizzato un po’ alla volta. Sono passati cinque anni e la
Nazionale è entusiasta per questo nuova avventura.
La calma è la virtù dei forti e questa va utilizzata, non serve fare gli sbruffoni ma andare avanti centrando l’obiettivo
partita per partita. Il
sogno italiano inizia a
Roma all’Olimpico e speriamo di viverlo più a lungo possibile.
Vittorie e notti magiche si aspettano i tifosi
Per arrivare
all’Olimpico e affrontare la
Turchia il treno
dell’Italia ha attraversato il
Paese partendo da
Firenze. Un salto nel passato e torniamo a quando a
Italia 90 Schillaci aveva gli occhi spiritati. Dopo aver passato
27 partite una migliore dell’altra come non illudersi? Certo all’appello mancava la partita con la big ma sicuramente non possiamo farcene una colpa.
Sicuramente il dolore provato alla fine dopo i
rigori tirati contro la
Germania in
Euro 2016 e
l’addio di
Conte fa ancora male. Altri pianti ed altro dolore per
quell’estate russa del
2018 ma ora via il brutto pensiamo positivo. Siamo arrivati
all’Europeo 2021 è arrivato il momento di
sorridere e di far piangere gli altri.
Un Frecciarossa firmato Azzurri
Si sta giocando un
Europeo strano specialmente in tempo di
covid. La scelta effettuata dalla
Uefa di rimandare di un anno per la
salvaguardia dei
campionati è stata giustissima. Uno stadio con pochissime persone parliamo di solo 14mila di cui 3mila tifosi della Turchia e in
tribuna il presidente
Sergio Mattarella.
L’allenamento è stato effettuato a
Coverciano e in campo erano presenti come titolari
Locatelli,
Berardi e
Immobile. Il giorno dopo partenza per Roma con un
Frecciarossa fuori dagli schemi. Allenamento anche all’Olimpico e notte al
Parco dei Principi. Ultima seduta prepartita il venerdì
all’Acqua Acetosa ed il calcio d’inizio alle 21.
Debutto in bianco per l’Italia
Prima della partita c’è tutta la
cerimonia iniziale con il passaggio delle
frecce tricolori nel cielo di
Roma ed il canto melodioso di
Bocelli al centro del campo.
Roma è la seconda città in ordine di importanza del torneo perché la prima è
Londra dove si giocherà la
final four.
Qui a
Roma oltre alla
gara inaugurale ci saranno altri
due match e
l’ultimo quarto di finale che si disputerà il
4 luglio. Se volete venire a
Roma per unire
vacanza e
sport ma non volete spendere molto vi consigliamo di
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L’Europa era in debito dopo lo scippo del 2012 e in attesa di quelli del 2028 dove sicuramente ci candideremo. Tutti si aspetto l’uscita in
campo con la
maglia azzurra ma questa volta i giocatori saranno completamente in
bianco: maglia, pantaloncini e calzettoni. Gli
avversari in
rosso.
Ripartire e forte voglia di Europeo
Dietro alla maglia c’è tutta
l’Italia e questo deve essere impresso nelle menti dei
dirigenti che vorrebbero invece cancellare le nazionali per avere il calcio a misura di club. Quando i
tifosi assistono alle partite della nazionale si ritrova l’unione sia degli adulti che dei bambini.
Nelle piazze o nei bar viene spontaneo parlare, scherzare e gioire insieme anche se non c’è nessuna conoscenza tra loro. Un
input giusto per cercare di far
ripartire economicamente l’Italia sempre nei limiti del covid. Oltre alle partite in tv c’è anche la possibilità di tornare allo stadio anche se limitato e
Casa Azzurri per la prima volta sarà aperta al pubblico.
Roma per la terza volta protagonista
L’Europeo a differenza del
Mondiale ci ha regalato meno gioie. Parliamo del 1968 e lì risale il nostro unico successo contro la
Jugoslavia nella finale di Roma. Sempre
all’Olimpico nel 1980 veniamo fermati dal
Belgio in semifinale. Parlando di semifinali ne abbiamo perse altre due una nel 2000 contro la
Francia e nel 2012 con la
Spagna.
Questo tipo di
torneo è più facile in teoria del Mondiale ma è anche molto più
imprevedibile. A spiegare ciò c’è sia la
Grecia che la
Danimarca. Anche noi possiamo definirci outsider anzi dopo un Mondiale perso per strada nessuno più di noi può dirlo.