Fare impresa, nell’epoca della rivoluzione digitale, è soprattutto una sfida rivolta al futuro. Le strategie di crescita e gli strumenti di analisi, infatti, sono decisamente cambiati, rispetto al passato. Interpretare i fenomeni che determineranno il successo, o meno, di una realtà aziendale esulano da una tradizionale pianificazione economica e necessitano di nuovi approcci, soprattutto comunicativi. È in questo senso che il Brand Journalism assume un ruolo determinante e fondamentale nel mondo di oggi e ancora di più se si guarda al futuro: un modo di interpretare il business ed il giornalismo in funzione di una continua sperimentazione di metodi comunicativi e ampi spazi di ricerca che riguardano il pubblico, le storie aziendali, la semplicità del linguaggio e, soprattutto, la centralità della notizia più che del marchio.
Roberto Zarriello, uno dei maggiori interpreti del Brand Journalism in Italia, ha tracciato, nel corso degli ultimi anni, il sentiero sul quale questa branca del giornalismo degli anni 2000 ha riscoperto se stesso oltre che lo spirito pioneristico che caratterizza questa forma di comunicazione e di marketing. Laureato in Scienze Politiche, Zarriello è docente di Comunicazione digitale e social media presso l’Università Telematica Pegaso e numerosi Master in tutta la Penisola tra cui il Master Luiss in Comunicazione e Marketing Politico ed Istituzionale diretto da Francesco Giorgino; a lungo ha esercitato – ed esercita tutt’ora – la sua professione giornalistica presso importanti quotidiani, come Repubblica, timoniere dei contenuti locali di Tiscali News, e ha messo a disposizione la sua esperienza e le sue competenze per costruire progetti ed iniziative cha hanno contribuito a diffondere un approccio alternativo alla comunicazione aziendale tradizionale.
Quando il Brand Journalist Roberto Zarriello inizia a sviluppare i nuovi orizzonti della comunicazione aziendale, in Italia il “medioevo della comunicazione” non è ancora stato superato, come lo stesso Zarriello sottolinea quando afferma che “i social media, e nel complesso il mondo digitale, hanno ampliato gli orizzonti del Brand Journalism introducendo concetti, metodi e strategie del tutto nuove; creando nuove professioni, nuovi strumenti per comunicare e, conseguentemente, la necessità di ancorarsi ad una visione dinamica del mercato e della crescita aziendale. Il Brand Journalism non è la prostituzione intellettuale di un professionista, ma l’applicazione della propria esperienza per raccontare storie di aziende, personaggi e marchi sotto una diversa prospettiva.”
In Brand Journalism, Storytelling e marketing: nuove opportunità per i professionisti dell’informazione, Roberto Zarriello affronta in modo esaustivo il superamento di una fase sterile della comunicazione a favore di “un linguaggio diretto e semplice capace di trasmettere all’interlocutore l’immagine ed il volto reale delle aziende; non un perseguimento del profitto, magari costruito ad ogni costo, ma una fidelizzazione del cliente chiamato a condividere storie, realtà e momenti aziendali che in passato erano tralasciati volutamente”.
La visione di Roberto Zarriello è una interpretazione che ha lo sguardo rivolto ad interpretare il futuro e i piedi ben saldi nel presente, dove i social media rappresentano la principale forma di comunicazione; un futuro che punta alla diffusione di contenuti di valore, dove il Brand Journalist prima di delineare i contorni di una storia di un marchio o di un’azienda ne ha percepito il valore intrinseco e dal volto umano, fatto di sensazioni, emozioni, percorsi accidentati e, perché no?, anche delusioni, fallimenti ed infine successi. Il giornalismo d’impresa sa che il suo principale strumento oggi è il web e che i social media rappresentano il punto di partenza della comunicazione e del marketing digitale; non è più concepibile un mercato senza queste nuove finestre sul mondo della comunicazione e usarle nel modo più appropriato è la missione del Brand Journalist, che ha il compito di riportare il valore dei contenuti che per anni hanno potuto vantare solo i media tradizionali.