Sotto ai nostri piedi, dentro ogni stanza della casa, si nasconde una vera e propria
stratigrafia fatta di materiali, scelte tecniche e soluzioni estetiche. Il
pavimento di casa non è solo ciò che vediamo e calpestiamo, ma un insieme di
strati sovrapposti, ognuno con una funzione specifica. Capire questa struttura invisibile ci aiuta non solo a fare scelte più consapevoli durante una ristrutturazione, ma anche a mantenere nel tempo
l’efficienza, la durata e la bellezza del rivestimento finale.
Cosa c’è sotto il pavimento che calpestiamo ogni giorno
Molti pensano che un pavimento sia solo la superficie che si vede:
parquet,
piastrelle,
gres,
cemento decorativo. Ma in realtà si parte dal
sottofondo, una base grezza che può essere realizzata in cemento o sabbia e cemento. Sopra di questo si colloca il
massetto, spesso autolivellante, fondamentale per correggere pendenze e creare una superficie omogenea. Il massetto può essere anche isolante o riscaldato, se si integra con un impianto di riscaldamento a pavimento.
Sopra al massetto si stende, se serve, una
barriera impermeabilizzante, fondamentale in ambienti umidi come bagni e cucine. Qui entra in gioco un materiale tecnico molto efficace come le
resine per impermeabilizzazione, capaci di sigillare in profondità e proteggere dagli infiltramenti. Solo a questo punto si applica il rivestimento scelto, quello che vediamo tutti i giorni.
Ogni materiale ha le sue esigenze: come pulire senza danneggiare
Ogni superficie richiede una
manutenzione specifica, e non sempre le soluzioni “universali” sono le migliori. Il
parquet, ad esempio, soffre l’umidità e i detergenti troppo aggressivi. Va pulito con prodotti neutri, meglio se diluiti, e con panni ben strizzati per evitare il ristagno di acqua. Il
gres porcellanato, più resistente, può sopportare anche detersivi un po’ più energici, ma anche in questo caso meglio evitare le cere, che col tempo lo rendono opaco.
Il
cemento spatolato e le
resine decorative, sempre più usate per il loro stile minimal e continuo, sono più delicati di quanto si pensi. Servono panni morbidi, detergenti non abrasivi e un’attenzione particolare agli
urti e agli spostamenti di mobili, che possono lasciare segni evidenti. La chiave, per tutti i pavimenti, è pulire spesso, ma con prodotti e strumenti giusti, in modo da
non consumare lo strato protettivo superficiale.
Come evitare graffi, scheggiature e segni sul pavimento
Il pavimento si danneggia soprattutto per
attrito, urti e cadute. Gli esempi più comuni sono le
sedie senza feltrini, i mobili spostati senza sollevarli, ma anche i sassolini che si infilano sotto le scarpe. Il parquet, in particolare, può graffiarsi facilmente se si cammina con
tacchi sottili o suole dure, ma anche il gres, seppur più robusto, può scheggiarsi negli angoli in caso di cadute violente.
Un modo efficace per proteggere tutte le superfici è usare
tappeti nei punti critici, come ingressi o zone pranzo, dove il passaggio è più frequente. Importante anche controllare le ruote delle sedie da scrivania, che spesso sono troppo rigide e lasciano solchi profondi. Anche la semplice sabbia che si deposita vicino a balconi e finestre può, se non rimossa,
abrasionare il rivestimento col tempo. Questi piccoli accorgimenti riducono l’usura e mantengono il pavimento
integro e gradevole alla vista.
La manutenzione periodica: piccole attenzioni, grandi risultati
Mantenere
un pavimento in ottimo stato non è solo questione di pulizia quotidiana, ma anche di
trattamenti periodici. Il parquet andrebbe
nutrito e protetto ogni sei mesi con oli o cere apposite, mentre le superfici in resina possono essere rigenerate con appositi protettivi trasparenti. Anche il gres, sebbene resistente, può essere lavato ogni tanto con prodotti specifici che lo ravvivano e lo rendono meno scivoloso.
Non bisogna dimenticare le
giunture tra le piastrelle, spesso trascurate, ma fondamentali per evitare infiltrazioni. Pulirle con attenzione e, se necessario, rinnovarle con una nuova stuccatura aiuta a preservare
l’igiene e la tenuta del rivestimento. Una buona manutenzione prolunga la vita del pavimento e previene lavori più invasivi, spesso costosi e impegnativi.
Quando rifare il pavimento: segni d’allarme e nuove soluzioni
Ci sono momenti in cui, nonostante ogni cura, il pavimento
mostra i segni del tempo. Mattonelle che si sollevano, legno che imbarca, superfici rovinate in modo irreparabile. In questi casi può essere il momento giusto per valutare un rifacimento completo. Oggi esistono anche
rivestimenti a basso spessore, che possono essere posati sopra al vecchio senza demolire, riducendo tempi e costi.
Le soluzioni moderne includono
materiali tecnologici, resistenti all’acqua, ai graffi e facili da mantenere. Il microcemento, ad esempio, è una tendenza in crescita, così come le
pavimentazioni in PVC di alta qualità, ormai indistinguibili dal vero legno o dalla pietra. Anche il ritorno alle
piastrelle decorative, ispirate alla tradizione mediterranea, sta conquistando chi vuole un pavimento facile da gestire ma esteticamente d’impatto.