Guida: come e perché sfruttare al massimo gli influencer in azienda

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Il mondo del lavoro è in continua evoluzione, al punto che sono sempre meno le persone che si alzano al mattino alle 7 per essere in ufficio alle 8. Negli ultimi anni stanno spopolando infatti i lavori online, svolti da casa o addirittura viaggiando. Uno dei nuovi lavori online più in vista e di tendenza è senza dubbio quello dell’influencer, una figura professionale la cui richiesta in questo periodo sta crescendo esponenzialmente. Ma chi sono questi influencer?

La figura dell’influencer

Forse la maggior parte di voi pensa che gli influencer siano persone – di solito si tratta di bellissime ragazze o splendidi ragazzi – che passano il loro tempo a pubblicare (o postare, per usare un termine tecnico) le proprie foto sui principali social network. Ma non è così.
È importante sapere, prima di tutto, che fare l’influencer è un lavoro, spesso a tempo pieno e che, come in tutti i lavori, anche in questo vengono richieste competenze, abilità e specializzazioni.

L’influencer è un comunicatore, un pubblicitario, un businessman e un attento conoscitore di se stesso e delle persone a cui desidera rivolgersi, anche un po’ “psicologo” quindi. Tutte doti imprescindibili e indispensabili per riuscire a fare quello per cui (spesso) son pagati, ovvero influenzare la scelta delle persone.

Sembra facile, ma non lo è. Un influencer deve avere l’abilità di capire il settore d’interesse che più gli si addice e compete (i più redditizi di solito sono beauty, fashion, luxury, travel e food) e indirizzare tutte le persone che lo seguono sui social su un prodotto piuttosto che su un altro. Ecco perché sempre più aziende si affidano a queste nuove figure professionali per farsi conoscere o per consolidare la loro posizione sul mercato, incrementando così anche le vendite.

Come si diventa un influencer?

Innanzitutto va specificato che in questo mestiere gira tutto attorno ai like: averne un buon numero aumenta, infatti, in un solo colpo la credibilità del profilo dell’influencer agli occhi dei suoi followers (i seguaci) e delle aziende. Una volta chiarito questo, bisogna concentrarsi sul pubblico su cui far breccia. Un influencer senza pubblico è come un cielo senza stelle. Infatti, l’obiettivo principale di questi lavoratori del web è quello di farsi seguire da un pubblico che condivida con loro idee, sogni, obiettivi e settore d’interesse.

Devono riuscire quindi a creare un rapporto di stima e di fiducia con i loro followers, mirando a diventare per loro un importantissimo e imprescindibile punto di riferimento. Arrivare riuscirci non è semplice, serve dedizione, strategia e molto lavoro.

Vademecum per diventare un influencer

  • Essere se stessi
  • Mettersi in mostra
  • Specificare bene il proprio settore d’interesse e l’ambito delle proprie passioni
  • Trasmettere credibilità
  • Essere sempre coerenti con le proprie idee per infondere sicurezza e positività alle aziende e ai followers
  • Interagire con i propri seguaci dedicando loro tempo e risposte
  • Essere costanti nella pubblicazione dei post
  • Aggiornare sempre il profilo
  • Creare sempre contenuti nuovi e interessanti
  • Chiedere sempre pareri e opinioni al vostro pubblico
  • Aprire un blog collegato alle pagine social
  • Creare curiosità e bisogni

Ora che vi sarà sicuramente più chiaro cos’è un influencer, andiamo a capire perché mai un’azienda dovrebbe rivolgersi a queste figure per incrementare le vendite e quali benefici potrebbe portare un influencer a un’azienda.

Assumere un influencer nella propria azienda? Ecco perché

Ci sono molti motivi per cui è consigliabile assumere un influencer nella propria azienda, ma quello sicuramente più importante e sui cui far leva è l’enorme e incredibile rete di pubblico su cui un buon influencer sicuramente può contare. Rete composta da persone reali, dai mille bisogni e che potenzialmente potrebbero diventare tutte clienti dell’azienda.
Un influencer, come recita il nome, esercita un’influenza su un determinato gruppo di consumatori andando a intercettare, e spesso modificare, le loro esigenze.

Come “sfruttare” al massimo un influencer in azienda?

La risposta è molto semplice: attraverso i like e le condivisioni. Le aziende non dovranno far altro che fornire i prodotti che intendono valorizzare all’influencer. Sarà quest’ultimo, poi, a condividere foto, storie, video e recensioni che invoglieranno i suoi followers a comprare o provare il prodotto. L’unica avvertenza da fare alle aziende è quella di rivolgersi sempre e solo ad influencer in linea con la nicchia di mercato che desiderano raggiungere. Inoltre si suggerisce di rivolgersi solo a influencer chiari e onesti che possono realmente contare sui numeri di persone raggiungibili che vantano di avere.

È infatti assolutamente controproducente rivolgersi a qualcuno che, pur avendo tanti followers, non ha interazioni oppure a qualcun altro che, pur vantando followers e interazioni, non è esperto della tipologia di servizio o di prodotto che si vuole vendere. Detto ciò, però, va ribadito come questa figura sia sempre più indispensabile per tutti i tipi d’azienda e che, nonostante a volte le loro prestazioni siano tutt’altro che economiche, i risultati alla fine arrivano sempre.

Ma quanto costano gli influencer?

La domanda è semplice ma la risposta no. Innanzitutto va ricordato che, come per ogni lavoro, anche nel ramo degli influencer esistono varie fasce di prezzo e di qualità. Tendenzialmente, più un profilo è grande e seguito più il prezzo finale da pagare sarà alto perché di solito, dietro a profili di grosso calibro, ci sono più persone che ci lavorano e quindi aumentano anche i costi.
Anche se non è assolutamente una regola scritta, visto che a volte può capitare che anche un profilo piccolo (sui 10 mila followers per esempio) possa chiedere un pagamento sostanzioso (per esempio perché tutti i suoi followers sono attivi e in target con le richieste dell’azienda).

Eccezioni a parte, esistono però dei tariffari non scritti che aiutano aziende e influencer a stabilire un prezzo per i servizi richiesti. Sostanzialmente si basa tutto sul numero di followers ed è anche per questo che fioriscono le aziende che vendono followers, soprattutto per chi vuole una spinta all’inizio, prima di farsi conoscere dal grande pubblico (come Visibility Reseller). Per esempio, i piccoli influencer (che sono i possessori di quei profili che vanno dai 10 ai 50 mila follower) guadagnano da 0 a 500 € a collaborazione (nel caso non percepiscano nessun pagamento in denaro, però, è prassi e normalità regalare loro il prodotto o i prodotti che andranno a pubblicizzare); gli influencer medi (che sono quelli che possono contare su profili che vanno 50 a 500 mila follower) possono arrivare a guadagnare fino a 5.000 € a post (dipende sempre molto dal numero dei followers e dalle interazioni tra influencer e pubblico). I grandi influencer, invece (che sono coloro che possono contare su profili che vanno dai 500 mila followers in su e, in genere, sono personaggi già famosi per qualcosa e non diventati famosi grazie ai social), possono permettersi di chiedere dai 2.500 fino 15.000 € a foto.

Sicuramente il mondo dei social e degli influencer è un mondo dinamico e in continua espansione e non ci sarà da sorprendersi se tra qualche anno saremmo ancora qui a parlarne. Quindi, se volete provare anche voi a scrivere la storia di questo lavoro, ricordatevi sempre che essere se stessi e un buon numero di like su cui contare sono le basi più importanti da cui iniziare.

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